L’approccio strategico nell’era 4.0: un cambiamento culturale verso l’eccellenza
Lo scorso 9 febbraio 2017 si è svolto a Milano, a cura di ADACI e in collaborazione con Assolombarda Confindustria, che ha ospitato l’evento presso la sua sede, un convegno denominato “Fucinandum Meeting” – dedicato alla condivisione delle esperienze più recenti su innovazione e sviluppo di nuove metodologie – sul tema “Acquisti e Supply Chain nell’era di Industry 4.0 ed Internet of Things”. Introdotti dal Presidente della Sezione ADACI Lombardia e Liguria Vincenzo Genco e moderati dal Vice Presidente nazionale ADACI Federica Dallanoce, professionisti e manager aziendali hanno presentato vari aspetti e caratteristiche della quarta rivoluzione industriale in atto. Una platea particolarmente numerosa ed interessata, costituita da oltre 150 professionisti e responsabili di funzioni aziendali, ha partecipato seguendo con grande attenzione l’esposizione delle relazioni e contribuendo poi ad animare vivacemente il dibattito finale, facendo emergere nuovi spunti e sfaccettature problematiche degli argomenti trattati, che hanno sollecitato i relatori a rispondere sulla base di esperienze dirette e con riferimento ad esempi concreti.
Fonte: APPROVVIGIONARE n. 76 – Eventi ADACI – Maggio 2017
L’approccio strategico nell’era 4.0:
un cambiamento culturale verso l’eccellenza
Riccardo Trichilo
President &CEO CSMT
Centro Servizi Multisettoriale Tecnologico
La quarta rivoluzione industriale prima di tutto è una rivoluzione culturale.
È importante che le aziende si mettano in discussione, modificando e migliorando i processi per adattarli ai mutamenti in corso e divenire un’organizzazione evoluta.
La vera rivoluzione in atto non è tecnologica, è un cambiamento di consapevolezza, che porta l’azienda ad avere una visione “olistica”, sferica, sistemistica, alla base delle strategie, delle operations, dell’approccio con gli stakeholder interni ed esterni.
L’azienda oggi è vista in modo differente dagli stakeholders, nell’era 4.0 le viene affidato l’importante ruolo di motore di sviluppo di un territorio sempre più intelligente. Un motore che si alimenta grazie ad un forte cambiamento culturale, che possiamo definire un nuovo risorgimento, basato su uno sviluppo condiviso, sulla ricerca del benessere, l’uomo al centro, sulla tecnologia trasversale e diffusa e sul saper fare.
Per guidare le aziende verso questa evoluzione è necessario formare manager e leader preparati a questo nuovo approccio. Manager dell’era 4.0 non più caratterizzati solo da una forte specializzazione, ma con una visione globale d’impresa, da una capacità progettuale, con abilità di istituire, budgetizzare, controllare e misurare il ritorno economico dei progetti di miglioramento di cui sarà responsabile. Manager che sono anche Coach, in grado di scegliere sapientemente i collaboratori più adatti a certi compiti, motivandoli, indirizzandoli e premiandoli per mantenere i risultati ottenuti anche dopo la fine dei progetti.
L’azienda e il suo capitale umano adottano un approccio sistemico, qualunque sia l’attività svolta, in ogni area dell’azienda, che abbraccia sette valori fonte del cambiamento culturale.
Nessuno prevarica sull’altro, ogni valore è in egual misura importante.
Oggi l’azienda è chiamata ad essere profittevole, ovvero capace di generare ricchezza per tutte le parti interessate; essere sana, ovvero corretta, bella e pulita, non solo perché pone attenzione all’ambiente, ma perché promuove il benessere fisico e mentale dei dipendenti e dei collaboratori; essere orientata al cliente, crea un rapporto di reciproca e duratura fiducia, la sua offerta segue le esigenze dei clienti; essere innovativa, perché tende al miglioramento continuo dell’organizzazione, dei processi, dei prodotti, dei servizi e delle risorse; essere competitiva, grazie ad una visione strategica e coerente, che la differenzia in modo chiaro sul mercato; essere digitale, in grado quindi di cogliere le opportunità dalla tecnologia dell’informazione e comunicazione per migliorare i prodotti e i processi; essere sostenibile, perché tra i valori di base c’è il bilanciamento delle risorse dedicate a remunerare il capitale di rischio con quelle investite, un profitto economico che va oltre il singolo, arriva alla comunità, all’economia locale e globale, all’ambiente.
CSMT, Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico, è una società consortile no profit, voluta dalle aziende bresciane, dalle associazioni e dall’università per permettere oggi questo cambiamento culturale e tecnologico.
Un tessuto industriale, quello Bresciano, forte nel “saper fare”, ma bisognoso di una guida per mantenere alta la competitività puntando sulla ricerca e lo sviluppo.
Le aziende, per la maggior parte PMI, necessitano oggi di una guida con competenze trasversali, una rete di collaboratori per le attività di ricerca e di consulenza, per navigare con sicurezza ed efficienza in queste nuove acque: ci siamo attrezzati per svolgere questa funzione e dare un supporto competente ed efficace alle imprese. È stato creato un corso di alta formazione per formare i manager dell’era 4.0, una prima edizione in corso di grande successo che conferma il bisogno di accrescere determinate competenze, e ci prepariamo a lanciare ad ottobre 2017 la seconda edizione.
In ambito 4.0 il nostro approccio si basa su una competente verifica delle condizioni iniziali, identificando le linee di intervento, definendo le priorità, creando le condizioni, valutando la tecnologia e gli interventi necessari, offrendo supporto per finanziare l’innovazione.
Il nostro punto di forza è rappresentato anche dalla possibilità di affiancare la consulenza tecnica al supporto sui benefici finanziari e fiscali, in particolare quelli legati al credito di imposta ricerca e sviluppo oltre che al super e iperammortamento, sia a favore dei produttori, quanto degli acquirenti di macchinari.
In fase di definizione degli investimenti o di progettazione di macchinari o software CSMT fornisce
alle aziende supporto per capire se vi sia, ed eventualmente mettere a punto, non solo la presenza delle caratteristiche minime necessarie tra quelle ricomprese nell’industria 4.0, ma anche se esista e sia messa in azione la interoperabilità tra macchinari e sistemi gestionali aziendali o con la filiera di produzione/logistica.
Oggi, non si parla d’altro che di innovazione 4.0, digitalizzazione e tanti altri termini a volte di difficile comprensione per i non addetti ai lavori, abbinati ad altrettanti termini fiscali che rischiano di creare solo una chiusura e tanta confusione nelle aziende, perdendo il reale obiettivo della rivoluzione in atto dove la tecnologia è solo un mezzo. Il cambiamento è sul piano etico, circolare, sostenibile, etc. Dalla green economy si passa alla blue economy, dove la base per raggiungere l’obiettivo di una crescita ecosostenibile, sfruttando l’innovazione, è un cambiamento generato dalla condivisione delle conoscenze.