Autore Dr. Alberto Claudio Tremolada (socio e responsabile sportello fonderie e metalli ADACI)
L’azienda è parte dell’ecosistema territoriale con six degree of separation globali (per citare il sociologo americano Stanley Milgram), con supply chain interconnesse globali secondo uno studio Ibm non recente ma sempre attuale.
L’attuale crisi eco-sanitaria ha impattato come un cigno grigio (Harold Edwin Hurst) e come scrive Niklas Luhmann “con l’aumentare del numero di elementi che devono essere tenuti insieme entro un sistema o per un sistema, quale suo ambiente, si giunge rapidamente ad una soglia oltre il quale non è più possibile mettere ogni elemento in relazione con ognuno degli altri”.
Emanuele Bompan, scrittore, consulente, giornalista ambientale e uno dei massimi esperti di economia circolare, alle domande:
Qual è il ruolo della tecnologia in questa trasformazione?
La circolarità, a suo parere, è più sbilanciata verso un ritorno alle usanze dell’epoca pre-consumismo o verso un utilizzo intensivo delle nuove tecnologie?
Ha risposto:
Come in tutte le buone ricette di cucina, la quantità giusta di un ingrediente come la tecnologia è quanto basta.
Servono soprattutto le tecnologie digitali, quelle che smaterializzano i processi, permettono di modellizzare l’economia circolare e di ottimizzare le risorse, l’energia, la logistica.
Serve tecnologia software, più che tanta tecnologia hardware. Ma serve, ancora prima, tanto design.
Se noi progettiamo bene prodotti e processi, potremo impiegare innanzitutto meno materiali, ma anche meno tecnologie, invece di eccedere nel loro utilizzo.
(Link intervista: https://it.businessinsider.com/circular-cities-emanuele-bompan-economia-circolare-milano-e-trento/)
Per dare un boost significativo alla supply chain si potrebbe seguire quanto sostiene Youngme Moon professore di business administration alla Harvard Business School che ha fatto parte del consiglio amministrazione multinazionali):
Competere come pazzi su costi, funzioni, quantità, prezzi ed ogni aspetto di prodotti/servizi ci rende tutti uguali.
Bisogna offrire qualcosa di significativamente differente in modo che sia fondamentale, esauriente ma soprattutto quello che serve, coinvolgendo gli stakeholders.
Uno degli strumenti utili che può supportare la transizione al predictive supply management è la Porter integrated analisys.
Per valutare la propria posizione competitiva, di rischio ma anche le forze che con la loro azione potrebbero mettere in pericolo l’esistenza dell’impresa:
Concorrenti diretti
Fornitori
Clienti
Potenziali entranti
Produttori di beni sostitutivi
Scenari geo-politici
Pericoli ambientali e geologici
Cultura locale
Oligopoli
Settori declinanti
Mercati
Puoi costruirti in autonomia un modello mutuando pratiche di altri, ma il rischio è non avere la necessaria visione laterale che consente soluzioni corrette a problemi presenti e futuri (Edward De Bono).
Non potendo essere esaustivi per ragioni di spazio, ed essendo ogni Azienda ecosistema unico, il Dr. Alberto Claudio Tremolada è disponibile all’e-mail alberto.tremolada@adaci.it per approfondimenti.