A cura di Federica Dallanoce
Aprire un summit con un titolo così importante non è stato banale, ripensavo a come essere efficace e trasmettere l’apertura mentale per accogliere i contenuti della giornata. Un evento che ha messo al centro le sfide e le opportunità che stanno ridefinendo il settore del Procurement e della Supply Chain in un’epoca di cambiamenti così evidenti.
Viviamo in un momento storico in cui il procurement non è più solo una funzione di supporto, ma un Partner Strategico, capace di influenzare profondamente la competitività delle aziende, e soprattutto capace di innovare. Siamo all’alba di una nuova era, in cui l’intelligenza artificiale e l’automazione a cui aggiungiamo la crescente attenzione alla sostenibilità non stanno solo trasformando i processi di acquisto, ma stanno ridefinendo l’intero ecosistema in cui operiamo.
In questo contesto, le aspettative sul Procurement sono alte più che mai e guideranno le nuove strategie che saranno la bussola del Procurement oltre il 2040. Le decisioni influenzeranno sempre più le leve di approvvigionamento globali, l’impatto ambientale delle nostre aziende, e il modo in cui i Partner commerciali e fornitori si integrano in un sistema produttivo sempre più complesso e interconnesso.
Gli investimenti nel futuro subiranno cambiamenti significativi, influenzati da diverse tendenze tecnologiche, economiche e sociali. Le imprese investiranno sempre di più in strategie per la collaborazione interaziendale per migliorare la produttività, la trasparenza e l’efficienza.
Tre metafore:
IL TEMPO TIRANNO VS AUTOMAZIONE E VITA LIBERA
L’ORGANIZZAZIONE VS COMPETENZE
AUTONOMIA VS DIPENDENZA
Qual è il concetto di tempo? Questa riflessione ci spinge a valutare in modo più profondo e sfumato gli effetti sia positivi che negativi del procurement contemporaneo.
Il tempo è un processo è lineare, nel XX secolo il concetto di efficienza e produttività era legato alla catena di montaggio e al risparmio di tempo. Chi perde tempo, è un delle grandi cause di irritazione delle società occidentali (Industry 5,0 ha accelerato il tempo lineare del risparmio di tempo). Per gli Americani perdere tempo, attiva uno stato di ansia. Oggi il concetto di tempo è multitasking per cui è difficile ricavarne benefici, i processi sono paralleli. Facciamo più cose in una stessa unità di tempo.
Il concetto di “tempo” è dunque cambiato è sempre più un fattore cruciale nel modo in cui le aziende interagiscono con il mercato. Nel contesto attuale, la velocità è diventata un valore fondamentale, e questo trend si intensificherà in futuro, influenzando diversi aspetti, professionali e personali.
Nel prossimo futuro attendiamo che la nuova frontiera tecnologica ci abiliti alle 4 pause essenziali.
Per dirlo in altro modo…
Effetti positivi del procurement:
- Efficienza operativa: L’uso di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, permette di ottimizzare i processi e risparmiare tempo prezioso.
- Strategicità aziendale: Il procurement si sta evolvendo da una funzione puramente operativa a un ruolo strategico, influenzando direttamente le decisioni aziendali.
- Resilienza della supply chain: Una gestione avanzata del procurement contribuisce a creare catene di approvvigionamento più flessibili e resistenti alle crisi.
- Innovazione: La necessità di adattarsi a un contesto in rapido cambiamento stimola l’innovazione nelle pratiche e nelle tecnologie di procurement.
- Sostenibilità: Il procurement gioca un ruolo chiave nel guidare le iniziative di sostenibilità aziendale, influenzando la scelta di fornitori e materiali.
Effetti potenzialmente negativi da considerare:
- Sovraccarico informativo: L’accesso a una grande quantità di dati può portare a una “paralisi da analisi” se non gestito correttamente.
- Perdita del fattore umano: L’eccessiva automazione potrebbe ridurre l’importanza delle relazioni umane nel business, che sono spesso cruciali per negoziazioni e collaborazioni di successo.
- Stress e burnout: La pressione per l’efficienza e la produttività costante può portare a trascurare le “pause” essenziali menzionate dal relatore, compromettendo il benessere dei professionisti del settore.
- Complessità crescente: La necessità di gestire molteplici fattori (geopolitici, ambientali, normativi) può rendere il procurement sempre più complesso e difficile da navigare.
- Dipendenza tecnologica: Un’eccessiva dipendenza dalle tecnologie potrebbe rendere i sistemi vulnerabili a interruzioni tecniche o attacchi informatici.
Il valore del tempo, come sottolineato, va oltre il mero risparmio e l’aumento di produttività. Le “quattro P” delle pause – pensieri lenti, pause secondo natura, pause non negoziabili e pause sentimentali – sono essenziali per mantenere un equilibrio sano e promuovere la creatività e l’innovazione nel lungo termine.
Organizzazione VS competenze: Cambiano i tools, cambia l’organizzazione e le competenze
Il professionista del futuro aggiungerà competenze tecnologiche, sociali, organizzative, relazionali…che entrano nella sfera delle competenze hard del procurement.
Nell’affrontare le sfide e le opportunità che il procurement moderno si trova davanti, è fondamentale considerare l’incipit provocatorio del relatore: “Bene, perché ci fa risparmiare tempo e produttività. Perfetto! Ma qual è il valore del tempo?” Questa riflessione ci spinge a valutare in modo più profondo e sfumato gli effetti sia positivi che negativi del procurement contemporaneo.
Il professionista dovrà conoscere il processo di acquisto nei dettagli e intervenire per velocizzare, automatizzare e strutturare.
Stiamo assistendo ad un crescendo di normative eterogenee con diverse scadenze US Enviromental Act, India Enviromental Act, le sanzioni in Europa, il carbon border tax, nuovi obblighi di reportistica CSRD CSDD per Europa, Giappone e Usa, aggiornamenti sulle normative ISO, ect..siamo in un cambiamento dentro il cambiamento continuo. Altro esempio il nuovo codice degli appalti. Non ci preoccupiamo, ne arriveranno altri. Le barriere commerciali in termini di compliance, legislazione e risorse sono ovunque e richiedono un approccio diverso ai nostri mercati.
Questo contesto richiede professioni del procurement, dobbiamo saperlo cogliere.
La geopolitica entra nel business, dal 2020 in poi e nel 2022 il 97% delle Supply chain mondiali ha avuto un impatto. Nei bilanci delle corporate si cita il rischio geopolitico, oltre il 60% dei casi indica un impatto su marginalità, reputazione dei costi. Il procurement diventa il riferimento informativo e la soluzione, per noi è un momento di attenzione del vertice. Non solo marginalità aziendale, ma distribuzione delle risorse lungo la filiera e nelle filiere di vari continenti. L’area Finance guarda la distribuzione dei vari paesi e la vede come opportunità di investimento e di disinvestimento. Questo significa che il valore delle catene commerciali sta cambiando: l’Italia il 27% di tassazione, Germania il 29%, il Messico il 30%, la Cina il 25%.
La ricerca di mercati idonei e dei fornitori idonei dipenderà sempre più da fattori esogeni che dovremmo quantificare. Non il mero costo di prodotto, ma da un complesso di situazioni su cui essere pragmatici. La corporate governance è un altro elemento che impatterà sull’organizzazione delle filiere.
Democrazia verso autocrazie: il terzo paradosso, il crescere delle economie chiuse controllate. Solo il 5% della popolazione nel mondo vive in una economia libera. Il crescere di economie chiuse ha un impatto sulla logistica, i dazi e i rapporti commerciali.
L’altro elemento da considerare sono le migrazioni di popolazioni, l’invecchiamento della popolazione, le competenze disponibili in un territorio. Dato che oggi i numeri dicono che per effetto del clima e delle guerre le popolazioni stanno migrando in altre zone più vivibili, questo ha un impatto sulle filiere e sul capitale umano disponibile. Dunque rapporti di lunga data con un fornitore/partner, si modificano per pressioni esterne.
La sfida del procurement è misurare i costi veri delle filiere e delle esternalità, i costi attuali i costi del riposizionamento e valutare i costi e i benefici del contesto, non solo il mero costo produttivo.
I soggetti economici dovranno scambiarsi più informazioni. La governance nella catena di approvvigionamento si riferisce ad un ampio spettro di informazioni:
- ai sistemi produttivi e logistici
- alle politiche e prassi di contesto
- alle procedure interne
- ai vincoli contrattuali
Garantire comportamenti etici, responsabili e trasparenti in tutte le catene di fornitura non è solo una questione di raccolta dati, ma di analisi di scenari di impatto e decisioni conseguenti.
In conclusione, il procurement moderno offre enormi opportunità per l’efficienza e la strategicità aziendale, è cruciale bilanciare questi benefici con una consapevolezza dei potenziali effetti negativi. Il futuro del procurement richiederà professionisti capaci non solo di sfruttare le nuove tecnologie e gestire complesse dinamiche globali, ma anche di valorizzare il fattore umano, promuovere il benessere e mantenere una visione equilibrata che consideri sia l’efficienza che la sostenibilità a lungo termine.
Il richiamo all’idea del nuovo Marco Polo negli acquisti evoca per i protagonisti del procurement una figura che esplora nuove frontiere del commercio, non più fisiche, ma digitali e tecnologiche abbattendo le barriere tra mercati e trasformando le modalità di lavoro e introducendo modelli innovativi di grande impatto.
L’associazione ha il compito di comprendere quali sono i futuri attesi del procurement e quale sarà il perimetro della funzione, per aggiornare le competenze dei professionisti.