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ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

L’evoluzione del mondo degli Acquisti con il Design Thinking

Design thinking: Evoluzione da responsabile acquisti a responsabile ecosistema aziendale.

Secondo James McQuivey ( vicepresidente Forrester Research e columnist del New York Times e Wall Street Journal ) i disruptor sono quelli che preparano l’azienda al futuro del business.

Integrando strumenti esistenti con competenze/prodotti e servizi adiacenti.
Disruptor che vanno oltre l’innovazione radicale adottando il design thinking; metodologia manageriale sviluppata a Stanford e poi diffusasi rapidamente in USA, Canada e in gran parte d’Europa, aumenta drammaticamente la capacità delle organizzazioni di prendere decisioni efficaci e redditizie, creando condivisione e “benessere” per tutti i suoi stakeholder, interni ed esterni.
Alla convention “Which kind of design thinking is right for you” tenutasi presso il Politecnico di Milano ( ha partecipato il Dr. Alberto Claudio Tremolada nell’ambito attività del gruppo lavoro manifatturiero nostra sezione ), sono emersi importanti key pillars che indicano quale evoluzione potrà avere anche la professione del responsabile acquisti.
Da negoziatore interno/esterno e gestore della supply chain a responsabile disegno ecosistema
aziendale integrando:

Design project leadership and innovation
Prof. Roberto Verganti ( comitato scientifico osservatorio )

Fare oltre pensare
Prof. Claudio Dell’Era ( direttore ricerca osservatorio )

Customer engagement
Dr.ssa Monica Della Riva ( head design Europe 3M )

Market centric
Dr. Alexandre de Souza Carvalho ( global director marketing services Tetra Pak )

Un job function enlargement and enrichment che dovrebbe ricomprendere anche, non solo,
per esempio competenze/conoscenze tecniche avanzate di quello che si acquista ( per esempio materiali, sistemi, tecnologie ecc. fonderie se responsabile acquisti castings ).
Per poter governare meglio i cambi di paradigma che stanno avvenendo anche nella funzione acquisti.
Già oggi con il digitale, in particolare con l’intelligenza artificiale ed il machine learning, quelle attività che prima erano dominio esclusivo della persona, possono essere automatizzate digitalmente.

 

Comportando difficoltà nel mantenere l’employability da parte alcune figure aziendali, senza che queste non siano posizionate differentemente e trasversali nell’organizzazione.
Per approfondimenti potete contattare l’autore articolo Dr. Alberto Claudio Tremolada, coordinatore/responsabile sportello unico area fonderie e gruppo lavoro manifatturiero Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta.

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Seminario: LA NUOVA NORMA ISO 37001 Strumenti di Gestione per la prevenzione del rischio corruzione

Il prossimo 20 Marzo 2018 alle ore 14.30presso la Sala Congressi della Cassa Edile (Via Prati 29, Pescara) si terrà il Seminario“LA NUOVA NORMA ISO 37001 Strumenti di Gestione per la prevenzione del rischio corruzione”

Tra i relatori ci sarà anche Franco Savastano,  il nostro Presidente Adaci Centro Sud.

L’evento, promosso da Federmanager Abruzzo – Molise e Confindustria Chieti Pescara con il supporto di Certiquality, intende analizzare i requisiti che il nuovo sistema di gestione deve possedere per essere conforme agli standard internazionali in materia di contrasto alla corruzione. Quali sono, esattamente, i contenuti della norma e quali vantaggi conseguono all’adozione di un sistema di gestione per la prevenzione della corruzione, anche rispetto ai modelli di organizzazione, gestione e controllo adottati ai sensi del d.lgs. n. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti?

In allegato il programma dettagliato dell’evento https://www.confindustriachpe.it/component/k2/12-credito-finanza-e-fisco/download/4146_b2c64c7e8fcd6c66ca926a6679990331

ISCRIZIONI E MODALITÀ’ DI PARTECIPAZIONE:

La partecipazione all’incontro è gratuita. Per ragioni organizzative si prega di confermare la propria presenza tramite mail al seguente indirizzo: organizzazione.am@federmanager.it
Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria Organizzativa – tel. 085/27348 (Monica La Frazia)

[Fonte https://www.confindustriachpe.it/organizzazione-notizie/117-organizzazione/8168-seminario-la-nuova-norma-iso-37001-strumenti-di-gestione-per-la-prevenzione-del-rischio-corruzione-20-03-18-ore-14-30-sala-congressi-cassa-edile-pescara ]

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Liquid Procurement Training

LA BUSINESS ACADEMY DEGLI ACQUISTI E DELLA SUPPLY CHAIN

PRESENTA

LIQUID PROCUREMENT TRAINING

SCARICA IL PROGRAMMA

 

 

Un percorso itinerante e un’occasione per conoscere casi aziendali di eccellenza ascoltati direttamente dalla voce

di chi li ha messi in pratica, ospiti delle aziende che ne sono state teatro

 

Adaci Formanagement conduce i professionisti ad apprendere “dentro” le esperienze di altri, coinvolgendoli in un percorso collaborativo interaziendale, caratterizzato dalle molteplicità e dalla diversità dei casi di studio esaminati.

L’alternanza di testimonial aziendali e formatori di esperienza è prevista durante l’intero percorso

per perseguire un perfetto connubio fra teoria e modelli applicativi all’avanguardia.

 

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Parte il progetto ADACI LIBRARY in Sezione Piemonte e Valle D’Aosta

Un nuovo progetto prossimamente attivo della sezione Piemonte e Valle d’Aosta.

Ci sarà uno spazio aperto a tutti i Soci della Sezione con accesso riservato per leggere e scaricare:

  1. articoli
  2. documenti
  3. e-book
  4. pillole informative
  5. presentazioni
  6. report
  7. riviste
  8. video

Divisi in cartelle tematiche riguardanti non solo la Supply Chain.

Un servizio dedicato ai Soci per essere aggiornati, condividere, informarsi e accrescere il valore professione.

Per maggiori informazioni e richieste ai coordinatori della library Dr. Massimo Acanfora e Dr. Alberto Claudio Tremolada ( Soci Adaci ) si può scrivere all’e-mail sez.piemonte@adaci.it.

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Breaking news dal “Maritime Bulletin”: l’incendio della portacontainer MAERSK

Maritime Bulletin
Maritime and Crimean Shipping News

Ultra Large Container Ship MAERSK HONAM major fire UPDATE Mar 11

[Autore: Mikhail Voytenko March 11, 2018 09:52 am – da http://maritimebulletin.net/2018/03/07/ultra-large-container-ship-maersk-honam-major-fire-crew-evacuated-4-missing/ ]

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

Breaking news l’incendio della porta container MAERSK dal “Maritime Bulletin”

Maritime Bulletin
Maritime and Crimean Shipping News

Ultra Large Container Ship MAERSK HONAM major fire UPDATE Mar 11

[Autore: Mikhail Voytenko March 11, 2018 09:52 am – da http://maritimebulletin.net/2018/03/07/ultra-large-container-ship-maersk-honam-major-fire-crew-evacuated-4-missing/ ]

Mar 11 Update
As of 0800 UTC Mar 11, MAERSK HONAM was in vicinity 09 46N 065 54E, some 760 nm southwest of Mumbai, probably already on tow. Port of destination unknown, my guess is, it’s Mumbai.
All containers in fore section, from f’castle to superstructure, understood to be total loss, all hundreds of them. According to Indian Coast Guard officials, who’re undoubtedly, possess the information provided by Maersk, among the containers in fore section were containers with flammable liquids and solid cargoes, oxidising substances, toxic and infectious cargoes, and corrosive materials. Some cargo in one or several containers inflamed or exploded, there’s little doubt about that.
No news on missing sailors yet. Again, we’re left in mystery – what it was exactly crew were fleeing from, and were most afraid of – explosions, fire, toxic fumes, or all of it? How did seaman who died from burns get those burns? Were people sent to cargo deck and went missing, or did it happen during evacuation?
How did they escape, in life raft (s) or lifeboat? There’s one photo, understood from ICG, on which we see life raft. Did the evacuation go in orderly fashion, or was there some panic?
Those aren’t idle questions to make some kind of thriller, because as I see it, container ships, especially biggest ones, are floating bombs, with so much dangerous goods inside containers, so the safety of the crew and measures to provide it, maybe have to be reviewed. More often, than not, major fires on container ships take their toll in crew lives.

Mar 10 Update:
Hopefully, fire ran out of fuel and is dowsed to smoldering remnants – see latest photos from Indian Coast Guard.

Update Mar 9 night
Two missing Filipino sailors were identified as John Rey Begaso and Janrey Genvatin, both 21 years old engine cadets from JBLFMU-Molo. According to latest updates from Indian CG, no traces yet of missing sailors.
Two offshore supply tugs were deployed for salvage, reportedly by contracted both Ardent and SMIT: MAERSK INVOLVER (IMO 9753923) and CSC NELSON (IMO 8108107). There is an AIS signal of one more tug, Dutch-flagged ZWERVER 2 (IMO 9794458), though from the looks of her she doesn’t seem to be an ocean-going tug. Indian CG ship, CG 12, is still engaged in operation.
As of 1630 UTC Mar 9, MAERSK HONAM was in vicinity of pos 09 49N 065 46E.
Fire was said to be “under control” as of afternoon Mar 9, which seem to be rather premature – no major fire on container ships, let alone Ultra Large Container Ships (MAERSK HONAM, incidentally, is the first to open ULCS major fire accidents list), was ever taken under control in just 2-3 days. One more proof to that is the fact, that no traces of missing sailors were yet found, meaning that the ship wasn’t boarded. Most probably, it’s too dangerous at present stage, with toxic fumes around and high probability of new explosions.

Update Mar 9 morning:
The missing seafarers are two Filipinos, one South African and one Indian national.
The missing Indian crew member has been identified as Sakim Hegde, one of the cooks on board, a senior official from the Directorate General of Shipping (DGS), India’s maritime regulator, said.
Twenty-three crew were evacuated from Maersk Honam to nearby vessel, ALS Ceres. One of the rescued seafarer, a Thai national, succumbed to injuries the following day.
A Thai and a Filipino sailor, were in urgent need of medical care as their conditions worsened. They were evacuated by Indian navy vessel and handed over to the Indian coast guard of Thiruvananthapuram and are now receiving medical treatment. They are accompanied by one of the evacuated Indian colleagues, who is well versed in Malayalam.
The sailors, who arrived at Thiruvananthapuram Medical College, have been identifed as Deepu Jayan (31), Alen Roy (34), a Filipino and Sukun Suven peng (36) a Thai national, a hospital release said. It was also stated that they were injured after falling from the ship.
https://www.news18.com/news/india/indian-sailor-goes-missing-thai-national-dies-after-major-fire-on-maersk-ship-1682551.html

Update Mar 8 evening:
MAERSK HONAM AIS transmitter seems to be off for the lat 12 hours – either fire somehow disabled it, directly or indirectly, or something else disabled it. No SAR tug yet visible in the area, some of the ships deployed earlier seem to be leaving the scene and resuming their voyages. The only one ship by far directly involved in firefighting, was (is) Indian Coast Guard ship GC 12 (MMSI 419001028).
Anxious shippers whose containers are on board MAERSK HONAM, are advised to attempt to find out exact location of their containers. If containers are behind superstructure and further aft, obviously they have nothing to worry about, and in all probability, won’t. If their containers are loaded in fore section, they’d better start consulting their insurers and lawyers right now, if MSC FLAMINIA fire case is of any use and example of minor shippers’ woes.

Update morning Mar 08:
One of rescued 23 crew, of Thai nationality, died of injures on Mar 7, said Maersk Line, whose website as of 0500 UTC, was up and down sporadically.
A bunch of photos sent to me by MB visitor (understood taken by Indian Coast Guard and Navy), shows burning MAERSK HONAM – fire is raging in fore section from forecastle to it seems, superstructure, with most part of the ship remaining intact.
Most probably, fire won’t spread further aft beyond superstructure, which isn’t yet on fire or devastated by fire, simply because AIS is still working – latest AIS position at 0100 UTC Mar 8 was in 10 05N 065 37E.
Three container ships are nearby, no salvage ships around yet. If fire wouldn’t spread aft and hull will hold on, most probably, salvors will try to tow her by aft to some coastal area. Weather is fine.

Update Mar 07: Not much new information appeared as of late Mar 7. According to Indian Coast Guard officials, there was a huge explosion, followed by major fire, which sprang up to ship’s bridge, some 25 meters high. Maersk Line said fire started in cargo hold, not on deck. There are no new, daylight photos, for assessment and analysis.
One MB visitor in comment revealed 4 missing crew nationalities: 3 Filipino and 1 Indian.
On a pic MAERSK HONAM position as of 1700 UTC Mar 7, the ship is drifting in southern direction.

Initial news:
Major fire erupted on board of ULCS MAERSK HONAM on Mar 6 in Arabian sea, the most detailed report was issued by Maersk Like in a Statement:

Serious fire on Maersk Line container vessel in the Arabian Sea
Published on 07 March 2018
Tuesday 6 March 2018 at 15:20 GMT, the Maersk liner vessel MAERSK HONAM reported a serious fire in a cargo hold. Enroute from Singapore towards Suez, the vessel is currently positioned around 900 nautical miles southeast of Salalah, Oman. After being unsuccessful in their firefighting efforts, the crew sent out a distress signal and a total of 23 crew members were safely evacuated to the nearby vessel ALS CERES (IMO , which arrived at the scene around 18:30 GMT. Regrettably, four crew members remain missing. The fire onboard the Maersk Honam continues and the situation of the vessel is very critical.
The container vessels MSC Lauren, Edith Mærsk and Gerd Mærsk, all enroute in the Arabian Sea, have diverted their routes and are approaching the area with expected arrivals in the early morning Wednesday 7 March local time. Weather conditions in the area are currently fair.
“The evacuated crew is obviously distressed, with two crew members currently receiving medical first aid onboard the ALS Ceres.
The nationalities of the 27 crew members are: India (13), the Phillipines (9), Romania (1), South Africa (1), Thailand (2) and the United Kingdom (1).
The vessel is carrying 7860 containers. All impacted customers will be contacted directly.

My Article on mega container ships risks, predicting major fires: Mega threat of mega container ships

Container ship MAERSK HONAM, IMO 9784271, dwt 125621, capacity 15282 TEU, built 2017, flag Singapore.

Sportello Privacy ADACI

Sportello Privacy ADACI #GDPR EU 679/2016

Il servizio ha come referente e coordinatore ​Alessandro Oliva Privacy Officer Certificato TUV Italia al n* CDP_252_V Schema CDP Sviluppato in accordo alla ISO/IEC 17024:2012

Supply Chain Management and Amending Contracts #GDPR

“La gestione dei fornitori, ruolo centrale” nel  #GDPR

“ Non importa quale tipo di lavoro si stia sviluppando con un fornitore, è importante assicurarsi di avere a che fare con qualcuno che abbia la formazione necessaria per mantenere protetti i dati della tua azienda e dei tuoi clienti. “

Lo sportello #GDPR è il Supporto e consulenza che la Sez. ADACI Piemonte eroga ai suoi soci – su richiesta anche ai non soci –  in tema della Legge Europea 679/2016 sul Trattamento dei Dati a cui ogni Impresa, Azienda, Compagnia e PMI deve allinearsi per gli scambi e Trattamento dei Dati all’interno del SEE, coinvolgendo anche i suoi fornitori extra-SEE coinvolti nel framework EU-US Privacy Shield .

  • Only act on the Agency’s documented instruction;
  • Impose confidentiality obligations on all personnel who process the relevant data;
  • Ensure the security of the personal data that it processes;
  • Implement measures to assist Agency in complying with the rights of data subjects;
  • Assist Agency in obtaining approval from DPAS where required;
  • At Agency’s election, either return or destroy the personal data at the end of the relationship;
  • Provide Agency with all information necessary to demonstrate compliance with the GDPR

L’attivazione della consulenza, per i Soci, è possibile effettuarla contattando la Sezione attraverso il form che vedi qui accanto.

Ricevi le news sulla Privacy tramite https://telegram.me/gdpr2018

 

Nuove Faq sul Responsabile della Protezione dei Dati (RPD)
in ambito privato
(in aggiunta a quelle adottate dal Gruppo Art. 29
in Allegato alle Linee guida sul RPD)

1. Chi è il responsabile della protezione dei dati personali (RPD) e quali sono i suoi compiti?
2. Quali requisiti deve possedere il responsabile della protezione dei dati personali?
3. Chi sono i soggetti privati obbligati alla sua designazione?
4. Chi sono i soggetti per i quali non è obbligatoria la designazione del responsabile della protezione dei dati personali?
5. È possibile nominare un unico responsabile della protezione dei dati personali nell’ambito di un gruppo imprenditoriale?
6. Il responsabile della protezione dei dati personali deve essere un soggetto interno o può essere anche un soggetto esterno? Quali
sono le modalità per la sua designazione?
7. Il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali è compatibile con altri incarichi?
8. Il responsabile della protezione dei dati personali è una persona fisica o può essere anche un soggetto diverso?

1. Chi è il responsabile della protezione dei dati personali (RPD) e quali sono i suoi compiti?
Il responsabile della protezione dei dati personali (anche conosciuto con la dizione in lingua inglese data protection officer – DPO) è una
figura prevista dall’art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. Si tratta di un soggetto designato dal titolare o dal responsabile del trattamento
per assolvere a funzioni di supporto e controllo, consultive, formative e informative relativamente all’applicazione del Regolamento
medesimo. Coopera con l’Autorità (e proprio per questo, il suo nominativo va comunicato al Garante; v. faq 6) e costituisce il punto di
contatto, anche rispetto agli interessati, per le questioni connesse al trattamento dei dati personali (artt. 38 e 39 del Regolamento).

2. Quali requisiti deve possedere il responsabile della protezione dei dati personali?
Il responsabile della protezione dei dati personali, al quale non sono richieste specifiche attestazioni formali o l’iscrizione in appositi albi,
deve possedere un’approfondita conoscenza della normativa e delle prassi in materia di privacy, nonché delle norme e delle procedure
amministrative che caratterizzano lo specifico settore di riferimento.
Deve poter offrire, con il grado di professionalità adeguato alla complessità del compito da svolgere, la consulenza necessaria per progettare,
verificare e mantenere un sistema organizzato di gestione dei dati personali, coadiuvando il titolare nell’adozione di un complesso di misure
(anche di sicurezza) e garanzie adeguate al contesto in cui è chiamato a operare. Deve inoltre agire in piena indipendenza (considerando 97
del Regolamento UE 2016/679) e autonomia, senza ricevere istruzioni e riferendo direttamente ai vertici.
Il responsabile della protezione dei dati personali deve poter disporre, infine, di risorse (personale, locali, attrezzature, ecc.) necessarie per
l’espletamento dei propri compiti.

3. Chi sono i soggetti privati obbligati alla sua designazione?
Sono tenuti alla designazione del responsabile della protezione dei dati personali il titolare e il responsabile del trattamento che rientrino nei casi previsti dall’art. 37, par. 1, lett. b) e c), del Regolamento (UE) 2016/679. Si tratta di soggetti le cui principali attività (in primis, le attività c.d. di “core business”) consistono in trattamenti che richiedono il monitoraggio regolare e sistematico degli interessati su larga scala o in trattamenti su larga scala di categorie particolari di dati personali o di dati relative a condanne penali e a reati (per quanto attiene alle nozioni di “monitoraggio regolare e sistematico” e di “larga scala”, v. le “Linee guida sui responsabili della protezione dei dati” del 5 aprile 2017, WP 243). Il diritto dell’Unione o degli Stati membri può prevedere ulteriori casi di designazione obbligatoria del responsabile della protezione dei dati (art. 37, par. 4).
Ricorrendo i suddetti presupposti, sono tenuti alla nomina, a titolo esemplificativo e non esaustivo: istituti di credito; imprese assicurative;
sistemi di informazione creditizia; società finanziarie; società di informazioni commerciali; società di revisione contabile; società di recupero
crediti; istituti di vigilanza; partiti e movimenti politici; sindacati; caf e patronati; società operanti nel settore delle “utilities”
(telecomunicazioni, distribuzione di energia elettrica o gas); imprese di somministrazione di lavoro e ricerca del personale; società operanti nel settore della cura della salute, della prevenzione/diagnostica sanitaria quali ospedali privati, terme, laboratori di analisi mediche e centri di riabilitazione; società di call center; società che forniscono servizi informatici; società che erogano servizi televisivi a pagamento.

4. Chi sono i soggetti per i quali non è obbligatoria la designazione del responsabile della protezione dei dati personali?
Nei casi diversi da quelli previsti dall’art. 37, par. 1, lett. b) e c), del Regolamento (UE) 2016/679, la designazione del responsabile del trattamento non è obbligatoria (ad esempio, in relazione a trattamenti effettuati da liberi professionisti operanti in forma individuale; agenti, rappresentanti e mediatori operanti non su larga scala; imprese individuali o familiari; piccole e medie imprese, con riferimento ai trattamenti dei dati personali connessi alla gestione corrente dei rapporti con fornitori e dipendenti: v. anche considerando 97 del Regolamento, in relazione alla definizione di attività “accessoria”).
In ogni caso, resta comunque raccomandata, anche alla luce del principio di “accountability” che permea il Regolamento, la designazione di tale figura (v., in proposito, le menzionate linee guida), i cui criteri di nomina, in tale evenienza, rimangono gli stessi sopra indicati.

5. È possibile nominare un unico responsabile della protezione dei dati personali nell’ambito di un gruppo imprenditoriale?
Il Regolamento (UE) 2016/679 prevede che un gruppo imprenditoriale (v. definizione di cui all’art. 4, n. 19) possa designare un unico responsabile della protezione dei dati personali, purché tale responsabile sia facilmente raggiungibile da ciascuno stabilimento (sul concetto di “raggiungibilità”, v. punto 2.3 delle linee guida in precedenza menzionate). Inoltre, dovrà essere in grado di comunicare in modo efficace con gli interessati e di collaborare con le autorità di controllo.

6. Il responsabile della protezione dei dati personali deve essere un soggetto interno o può essere anche un soggetto esterno? Quali sono le modalità per la sua designazione?
Il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali può essere ricoperto da un dipendente del titolare o del responsabile (non in conflitto di interessi) che conosca la realtà operativa in cui avvengono i trattamenti; l’incarico può essere anche affidato a soggetti esterni, a condizione che garantiscano l’effettivo assolvimento dei compiti che il Regolamento (UE) 2016/679 assegna a tale figura. Il responsabile della protezione dei dati scelto all’interno andrà nominato mediante specifico atto di designazione, mentre quello scelto all’esterno, che dovrà avere le medesime prerogative e tutele di quello interno, dovrà operare in base a un contratto di servizi. Tali atti, da redigere in forma scritta, dovranno indicare espressamente i compiti attribuiti, le risorse assegnate per il loro svolgimento, nonché ogni altra utile informazione in rapporto al contesto di riferimento.
Nell’esecuzione dei propri compiti, il responsabile della protezione dei dati personali (interno o esterno) dovrà ricevere supporto adeguato in termini di risorse finanziarie, infrastrutturali e, ove opportuno, di personale. Il titolare o il responsabile del trattamento che abbia designato un responsabile per la protezione dei dati personali resta comunque pienamente responsabile dell’osservanza della normativa in materia di protezione dei dati e deve essere in grado di dimostrarla (art. 5, par. 2, del Regolamento; v. anche i punti 3.2 e 3.3. delle linee guida sopra richiamate).
I dati di contatto del responsabile designato dovranno essere infine pubblicati dal titolare o responsabile del trattamento. Non è necessario – anche se potrebbe rappresentare una buona prassi – pubblicare anche il nominativo del responsabile della protezione dei dati: spetta al titolare o al responsabile e allo stesso responsabile della protezione dei dati, valutare se, in base alle specifiche circostanze, possa trattarsi di un’informazione utile o necessaria. Il nominativo del responsabile della protezione dei dati e i relativi dati di contatto vanno invece comunicati all’Autorità di controllo. A tal fine, allo stato, è possibile utilizzare il modello di cui al seguente link:
http://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/7322292

7. Il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali è compatibile con altri incarichi?
Si, a condizione che non sia in conflitto di interessi. In tale prospettiva, appare preferibile evitare di assegnare il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali a soggetti con incarichi di alta direzione (amministratore delegato; membro del consiglio di amministrazione;
direttore generale; ecc.), ovvero nell’ambito di strutture aventi potere decisionale in ordine alle finalità e alle modalità del trattamento  (direzione risorse umane, direzione marketing, direzione finanziaria, responsabile IT ecc.). Da valutare, in assenza di conflitti di interesse e in base al contesto di riferimento, l’eventuale assegnazione di tale incarico ai responsabili delle funzioni di staff (ad esempio, il responsabile della funzione legale).

8. Il responsabile della protezione dei dati personali è una persona fisica o può essere anche un soggetto diverso?
Il Regolamento (UE) 2016/679 prevede espressamente che il responsabile della protezione dei dati personali possa essere un “dipendente” del titolare o del responsabile del trattamento (art. 37, par. 6, del Regolamento); ovviamente, nelle realtà organizzative di medie e grandi dimensioni, il responsabile della protezione dei dati personali, da individuarsi comunque in una persona fisica, potrà essere supportato anche da un apposito ufficio dotato delle competenze necessarie ai fini dell’assolvimento dei propri compiti.
Qualora il responsabile della protezione dei dati personali sia individuato in un soggetto esterno, quest’ultimo potrà essere anche una persona giuridica (v. il punto 2.4 delle suddette Linee guida).
Si raccomanda, in ogni caso, di procedere a una chiara ripartizione di competenze, individuando una sola persona fisica atta a fungere da punto di contatto con gli interessati e l’Autorità di controllo.

Referente Sportello Privacy

Alessandro Oliva
Privacy Officer Certificato TUV Italia al n* CDP_252_V Schema CDP Sviluppato in accordo alla ISO/IEC 17024:2012

 

Knowledge management. Fattore competitivo differenziante delle supply chain

Il knowledge management è una materia di cui sempre più frequentemente si parla.

Con l’aumentare della complessità ci si è accorti che la conoscenza degli individui è uno degli asset fondamentali per competere sul mercato.

In tempi recenti, soprattutto con l’elaborazione dei bilanci dell’intangibile da parte di best practice dei propri settori di riferimento ( Brembo Spa nel settore dei sistemi frenanti e Siemens Spa nel settore dell’elettromeccanica per esempio ), assurge a ruolo di elemento fondamentale per la redazione degli stessi.
Il knowledge management ha origine soprattutto da necessità militari, da ricerche/studi orientali
Giapponesi e dalla tradizione anglosassone-latina riguardo l’artificial intelligence.
Mentre un prodotto o servizio è facilmente replicabile ( o business per clonazione ), la conoscenza è patrimonio personale del singolo individuo, impossibile da riprodurre.

Con la disponibilità e sovrabbondanza di informazioni ci si è accorti che necessita, quantitativamente e qualitativamente, introdurre sistemi di raccolta – analisi – valutazione e selezione ( censimento ), organizzazione, gestione e distribuzione delle conoscenze, che permetta efficientemente e efficacemente di individuare e avere disponibili le conoscenze e informazioni che effettivamente necessitano.

Questo per evitare la dispersione di risorse che causerebbe dei trade-off, l’aumento dei costi opportunità e l’indisponibilità dei veri asset intangibili che genera l’oggettivizzazione della conoscenza ( Nonaka e Mintzberg ).
In questo ci aiuta l’I.C.T., senza difficilmente sarebbe pensabile iniziare un percorso di K.M.

Il K.M. è un insieme di metodologie e strumenti gestionali che incentivano, favoriscono la raccolta, sviluppo, condivisione di conoscenze e informazioni interna/esterna all’organizzazione con l’obbiettivo di creare o aumentare il value della stessa.
Oggettivamente significa:

Incentivare gli individui a rendere disponibili, condividere, utilizzare le conoscenze, esperienze e informazioni personali e di terzi
Poter accedere da qualsiasi parte del mondo con ogni device disponibile alle conoscenze e informazioni quando necessitano
Aumentare le conoscenze e competenze degli stakeholders ( principalmente gli individui che fanno parte dell’organizzazione )
Creare community

Un sistema tecnologico di K.M. si basa su HD/SW e deve fare riferimento a 4 aree:

Competenza
Produttività
Reattività
Innovazione

COMPETENZA

Per competenza si intende che se un’Impresa vuole prosperare, deve necessariamente promuovere top-down il learning professionale degli individui facenti parte l’organizzazione
( tramite corsi, articoli, biblioteca, forum ecc. ).

PRODUTTIVITA’

Per produttività si intende che le attività di K.M. sono svolte efficientemente e efficacemente nella raccolta, analisi, valutazione, elaborazione, documentazione, catalogazione, organizzazione e distribuzione ( tramite diversi medium; un esempio è la T.V. Aziendale di Intesa Bci, Enel Spa ).
Il già conosciuto difficilmente incentiva gli individui all’utilizzo di piattaforme di K.M., e non crea quel circolo virtuoso di continuous improvement.

REATTIVITA’

Per reattività si intende che il K.M. produce benefici che mettono in grado l’organizzazione di cogliere per tempo anche i segnali più deboli provenienti dall’interno e dall’esterno e a reagire mettendo in atto strategie adattative o anticipatorie ( strategie emergenti tanto care a
Mintzberg ).

INNOVAZIONE

Per innovazione si intende nuovi metodi per l’acquisizione di quegli asset intangibili che sono la conoscenza, l’esperienza e le informazioni oggettivizzate che stanno alla base di vantaggi competitivi, fondamentali in mercati sempre più complessi e caotici con tempi ridotti di time to market.

Gli strumenti di K.M. devono favorire l’incontro 24/7 delle risorse con gli individui senza limitazioni di “any place, any time e any device” per incentivare e consentire:

L’utilizzo della piattaforma di K.M.
Condivisione
Collaborazione

L’introduzione e lo sviluppo del K.M. funziona laddove Imprenditori o Manager sono disponibili nel favorire la condivisione delle conoscenze, esperienze e informazioni in modo strutturato ma libero ( un esempio sono le strutture organizzative snelle che lavorano per processi ).
Fondamentale è il ruolo degli individui; in primis gli Imprenditori o Manager che con strategia top down devono esserne i fautori e crederci.
In un momento di significativi cambiamenti dovuti a internet, aumento esigenze Clienti, eventi socio-economici ecc., abilitante è instaurare un processo di cambiamento interno all’organizzazione che consenta di adeguare le competenze ai nuovi scenari ambientali sempre più complessi.
Per approfondimenti potete contattare l’autore articolo Dr. Alberto Claudio Tremolada
manager Metatech Group e coordinatore/responsabile sportello unico area fonderie e gruppo lavoro manifatturiero Adaci sez. Piemonte e Valle d’Aosta, alla seguente pagina: https://www.adaci.it/sportelli/sportello-fonderie/

 

 

ADACI Associazioni Italiana Acquisti e Supply Management

ADACI perde il suo Presidente Onorario, Sig. Giuliano

Il 28 febbraio è venuto a mancare il sig. Giuliano Marcenaro, Presidente Onorario di ADACI.

Giuliano è stato una delle colonne portanti di ADACI ed ha contribuito alla Sua crescita dando il proprio apporto in diversi ambiti.

I funerali si terranno sabato 3 marzo 2018 alle ore 11.00 presso la parrocchia di Nostra Signora della Misericordia, in via Conciliazione 22 a Baranzate (MI).

Save the date: Bologna 28 settembre 2018

Sempre più frequentemente le aziende devono cercare nuovi canali di approvvigionamento e, prima di investire in questi, devono assicurarsi della loro affidabilità, solidità, qualità e quant’altro necessario per evitare rischi futuri. Spesso le aziende si trovano di fronte alla necessità di dover acquistare merci o servizi nuovi o per i quali non hanno potere contrattuale.

Il progetto ”OPPORTUNITY” di ADACI vuole essere una risposta all’esigenza di massimizzare l’efficacia del percorso di ricerca dei fornitori. 

Questo progetto di networking ideato da ADACI per permettere lo sviluppo di opportunità di business tra i soci e le aziende Partner diventa un evento dove sarà possibile incontrare specialisti di vari settori merceologici .. Nasce OPPORTUNITY50.

SAVE THE DATE: VENERDI’ 28 SETTEMBRE 2018 – BOLOGNA

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