La crescita della digitalizzazione è affiancata dalla continua diversificazione delle tecnologie e dei business model applicati ai settori più svariati e dello sviluppo ed evoluzione di quelli esistenti.
Cybersecurity, diffusione del cloud computing sono esempi di quanto sopra; esempi che, a causa della pandemia, si sono estesi alle tematiche del remote working, dei processi di e-health, dell’esplosione dell’e-commerce con numeri inaspettati anche in Italia. Pochi esempi che, abbinati alla futura transizione energetica strettamente legata al digitale e ai Fondi del PNRR (di cui ricordo una missione dedicata al digitale per circa 40 MLD euro, ma presente in maniera sostanziale nel favorire lo sviluppo delle altre missioni), indicano chiaramente come elementi imprescindibili la spinta all’innovazione digitale e la sua definitiva importanza in qualunque progetto di sviluppo aziendale.
La crescita, la diversificazione e la continua innovazione impongono rinnovati modelli di procurement e una collaborazione stretta fra strutture ICT e strutture di procurement che non possono e non devono più essere una mera esecutrice delle indicazioni dell’altra o, peggio ancora in contrapposizione.
Il percorso tecnologico e delle modalità di approvvigionamento negli ultimi anni ha visto l’avvento di modalità diverse di acquisto, passando dalla “semplice” negoziazione con un venditore, alle nuove possibilità di accesso alle informazioni sui prodotti e le soluzioni, agli acquisti on line, alla realizzazione delle aste telematiche, all’introduzione anche per i prodotti tecnologici di modelli di acquisto un tempo utilizzati in altri mercati. Quindi prima si acquistava solamente, poi si è pensato al leasing, poi al noleggio operativo con l’opportunità di sfruttamento dei piani di rinnovo tecnologico…
…E qual è la nuova tendenza degli ultimi anni ? Il DAAS (Device As A Service)
Il Device-as-a-Service (DaaS) è un’offerta che integra il provisioning dei dispositivi, accompagnati dai servizi di garanzia, manutenzione, help desk ed aggiornamento, il tutto proposto in modalità a pagamento in canone. Un’opzione emergente tramite quale i clienti ottengono flessibilità e libertà dalle responsabilità di gestione dei dispositivi.
L’adozione di un modello di acquisto DaaS non può essere visto solamente come una diversa modalità di approvigionamento, ma comporta necessariamente, oltre alle scelte di natura tecnica, scelte che riguardano il procurement, la finanza, l’amministrazione dell’azienda.
Pensiamo ad esempio al diverso trattamento a livello di bilancio della scelta di diversi modelli di acquisto: comprare un prodotto o acquisirlo tramite leasing comporta la sua registrazione a cespite e al suo ammortamento, un noleggio o il DaaS comportano un cosiddetto costo operativo.
E ancora, a seconda della tipologia di prodotto o di servizio acquistato o erogato internamente, cambia la destinazione a bilancio.
Chiaramente questi sono impatti di registrazione fiscale degli approvvigionamenti, la via dell’ammortamento del bene o del suo noleggio avrà impatti sugli utili aziendali, il pagamento di un canone mensile o trimestrale verso l’acquisto avrà un impatto sui flussi di cassa, ancor più impattante la differenza sull’organizzazione della struttura ICT che potrà e dovrà essere dimensionata in maniera diversa in funzione delle necessità di livello servizio che – ai suoi estremi – potrebbe essere erogato totalmente con personale interno o totalmente delegato all’esterno ad una terza parte.
E dal punto di vista economico?
Di seguito una tabella basata sull’ipotesi di acquisto di 50 notebook di fascia medio alta con software di messaggistica e produttività installato.
Dalla tabella è evidente come la soluzione DaaS che a prima vista è la più costosa, include tutti i servizi di assistenza, manutenzione ed help desk (oltre alle potenzialità di flessibilità di rinnovo e cambiamento della tecnologia in corso d’opera garantita in genere da questo tipo di accordo) che ciascuna azienda dovrebbe quantificare per produrre un reale benchmark corretto. Va di nuovo sottolineato che il solo benchmark economico non tiene conto di tutte le implicazioni organizzative sopra descritte.
CONSIDERAZIONI
- La scelta di un modello di approvvigionamento rispetto ad un altro comporta scelte organizzative diverse
- La scelta di un modello di approvvigionamento Opex based comporta un maggior coinvolgimento del Procurement e del controllo di gestione
- L’IT manager che si occupa anche di procurement deve acquisire nuove competenze ‘gestionali’
- Ogni azienda ha strategie e modelli di business diversi e, di conseguenza, la necessità di capire fino a quale punto spingersi nelle scelte fra IN HOUSE ed OUTSOURCING
Tutto questo rende evidente una rinnovata centralità della funzione procurement che può farsi promotrice di scelte di modelli di approvvigionamento diversi ed, in parte, innovativi, aiutando e collaborando con la struttura ICT non tanto nella scelta puntuale della tecnologia in sé e per sé, ma nella scelta di modelli che garantiscono all’azienda di poter usufruire nel tempo della migliore e più performante tecnologia disponibile in un dato momento, sempre in funzione delle necessità di ciascun reparto organizzativo.
Per informazioni scrivere a ict-procurement-service@adaci.it